La persona che
usa
dei “passatempi”,
cioè che usa male il proprio tempo di vita ,
non
immagina cosa fare
non
ha interessi vivificanti,
né
interessi di tipo intellettuale o di tipo sportivo
finisce per distruggere il
proprio sacro io , divenendo qualcuno che è amorfo , pieno di
accidia , ma…. non ozioso.
Sarebbe
perciò opportuno dare senso al vivere di ogni giorno, cercare
passioni che potrebbe arricchire la qualità del nostro tempo di
vita e quello degli altri.
L’
ozio degli antichi latini era classicamente l’ ideale di buona
vita. A dare forza a questo erano i concetti epicurei, nutriti da
orientamenti filosofico-esistenziali che valorizzano la ricerca
della felicità e dei piaceri del buon vivere quali finalità
ultime da ricercare.
Questo
perché erano concetti in grado di liberare al meglio la natura
umana.
A
quel tempo era la condizione dell’uomo privilegiato, del ricco
proprietario di schiavi, gestore assoluto della propria vita e di
quella dei propri schiavi.
E’
la condizione di colui non è costretto a lavorare per sopravvivere,
che non deve tribolare e può rifiutare se vuole, la fatica
indispensabile a trovare giorno per giorno riparo , sicurezza e cibo.
Niente
stanchezza fisica… ci sono gli schiavi ; bene perciò godersi il
lusso e le cose belle che ci sono date.
L’
otium, praticamente , è il modo di vita del nobile, del
patrizio di Roma , dello sfruttatore del lavoro altrui , che non fa
niente.
Ha disponibile tutto il
giorno per poterlo buttare nella
“beau vie ”, cioè in
una vita dolce e spensierata di per sé.
Al
contrario la vita degli altri è dolorosa e odiosa per il fatto di
nulla possedere , nemmeno il proprio tempo gettato letteralmente
nella spazzatura ed annichilito per rendere grassi e servire in
schiavitù altri uomini .
Perciò
è opportuno riflettere nell’uso che facciamo del tempo. Come
vuole Confucio.